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La Moda

L'evoluzione dello stile

 

Il 1700 è un secolo ricco di cambiamenti, evoluzioni e anche stravolgimenti della società: dall'inizio del secolo, in cui ancora impera il barocco di Luigi XIV, il Re Sole, che fece dell'assolutismo monarchico una vera e propria religione, si passa alle frivolezze del rococò, per poi giungere verso fine secolo (e con l'approssimarsi della rivoluzione francese) al ritorno del classicismo con la ricerca di forme più semplici e rigorose. La moda esprime in pieno queste trasformazioni. Vediamo come...

 

 

 

Dal  al 1700 al 1750- Il tramonto del barocco

I primissimi anni del secolo sono ancora influenzati dallo stile seicentesco in voga alla corte del Re Sole.

Il modello più in voga tra le dame è il mantua, composto da sottogonna e sopravveste aperta sul davanti con maniche lunghe fino al gomito: la sopravveste, che fino alla fine del XVII secolo veniva portata lunga a mo' di strascico, agli inizi del nuovo secolo inizia ad essere raccolta sui fianchi, formando ricchi panneggi sulla parte posteriore dell'abito e lasciando libera la sfarzosa sottogonna.

 

 

 

Il 1706 è l'anno che vede la comparsa di un modello di abito totalmente nuovo, destinato ad avere un ruolo chiave nei guardaroba delle dame: l'attrice Thèrese Dancourt, cercando di camuffare la sua gravidanza che le avrebbe impedito di calcare le scene (alle donne in stato interessante era proibito recitare nei teatri), creò una sopravveste fornita di ampie pieghe sul davanti e sul retro. Questo nuovo modello, che darà origine alla robe à la Française (detta anche Andrienne dal nome della commedia in cui fu indossata per la prima volta), riscosse tra le dame un indiscusso successo fin dai primi anni della sua comparsa. Le prime "robes volantes" erano utilizzate esclusivamente in contesti informali: nel corso degli anni i panneggi anteriori scompariranno per lasciare spazio a pièces d'estomac riccamente decorate, e verso gli anni '40 del secolo la robe à la française varcherà i cancelli dorati dei palazzi reali di tutta Europa, diventando a pieno titolo l'abito di corte per eccellenza del XVIII secolo.

Anche la moda maschile di inizio secolo risente fortemente delle influenze barocche. L'abito consta di tre pezzi principali: culottes (pantaloni al ginocchio), sottomarsina (o gilet) e marsina. Sia la marsina che il gilet sono piuttosto lunghi e la giacca è dotata di ampi paramani. Sotto il gilet si  indossa una camicia con le maniche impreziosite da pizzi e un ricco jabot (antenato della moderna cravatta) anch'esso di pizzo.

Dal 1750 al 1780 - Il trionfo del rococò

Gli anni dal 1750 al 1775 vedono affermarsi lo stile rococò francese in voga presso la corte di Luigi XV, complice una testimonial d'eccezione: Jeanne Antoinette Poisson, che eletta amante ufficiale del re francese, passerà alla storia come Marchesa di Pompadour, e detterà lo stile a Versailles e in Europa per ben 20 anni.

La robe à la française continua ad avere un ruolo preponderante nei guardaroba delle signore: è formata da una sottogonna, tenuta ampia sui fianchi da una struttura rigida chiamata panier, da una sopravveste con le maniche al gomito arricchite da ampi volants di pizzo (gli engageants) e una ricca pièce d'estomac ricamata o decorata, che veniva cucita alla sopravveste una volta indossato l'abito. 

 

Verso la metà degli anni '60 le scomode pièces d'estomac scompaiono per lasciare spazio ai compères, due lembi di stoffa che vengono abbottonati sulla parte anteriore dell'abito, rendendo più semplice la vestizione.

Dalla seconda metà degli anni '70, con l'avvento al trono di Maria Antonietta, si tocca l'apice della follia rococò: le gonne si allargano a dismisura e sono ornate da ogni sorta di nastri, fiocchi e nappe, le acconciature raggiungono altezze vertiginose e sono decorate con i cosiddetti poufs, ovvero cappellini ispirati ad eventi di attualità. Le dame spendono fortune per queste acconciature, che le costringono a dormire in posizioni innaturali per preservare quanto più a lungo possibile il lavoro del parrucchiere: l'opera più famosa in tal senso fu sicuramente la Belle Poule, riproduzione dell'omonima fregata francese reduce da una battaglia vittoriosa, ed indossata dalla regina Maria Antonietta durante una serata a Versailles.

Un nuovo modello che ebbe un grande successo intorno alla metà degli anni '70 fu la robe à la polonaise (alla polacca), ottenuta formando con la sopravveste tre ricchi drappeggi sul retro dell'abito. Il nome di questo abito è stato ispirato da un evento politico, vale a dire la spartizione della Polonia tra Austria, Russia e Prussia: questo fa anche facilmente comprendere quanto grande fosse la connessione tra attualità e moda all'epoca. Un'altra singolarità di questo modello è che, a differenza degli abiti formali ancora in uso a corte, non veniva indossato con il panier, bensì con il cosiddetto faux cul, un'imbottitura posta sul fondoschiena della dama. Si trattava anche per l'epoca di un modello piuttosto sexy, in quanto la sottogonna era più corta, e metteva in mostra le caviglie.

Dal 1780 al 1790-Verso la rivoluzione e l'inizio di una nuova era

All'inizio degli anni '80, con il dilagare delle idee illuministe, si assiste ad una semplificazione notevole degli abiti, che assumo forme più sobrie rispetto a quelle del periodo rococò. La Francia perde lo scettro di arbitro della moda: per le nuove tendenze ora si guarda all'Inghilterra. E proprio dall'Inghilterra proviene il nuovo modello che farà furore negli anni '80, relegando le Andriennes ad abiti di rappresentanza destinati ad essere tirati fuori dagli armadi solo per le grandi occasioni di corte: la robe à l'anglaise.

Come la polonaise viene indossata con il faux cul, viene realizzata con stoffe preferibilmente in tinta unita, a righe, oppure a piccoli motivi floreali, ed è composta da una sottogonna e da una sopravveste aperta sul davanti, avente maiche lunghe o a tre quarti. Le passamanerie e gli orpelli del periodo rococò scompaiono quasi del tutto: unica vezzosa decorazione sono i fichus, eleganti scialletti di pizzo. Anche le stravaganti acconciature e i poufs scompaiono, e vengono sostituite da pettinature più naturali, con i capelli cotonati ad incorniciare i volti delle signore. Anche questa moda è stata lanciata dalla regina Maria Antonietta che, avendo perso molti capelli dopo la nascita della prima figlia, chiese al suo fido parrucchiere Léonard di creare per lei un'acconciatura che le permettesse di nascondere questo problema: ed ecco nascere la coiffure à l'enfant.

 

 

Poichè per Maria Antonietta la vita in campagna era ormai diventata una vera e propria passione, decise di indossare durante i suoi soggiorni al Petit Trianon (in cui si rifugiava per sfuggire alla corte che ormai le era sempre più ostile) un modello di abito molto semplice, la gaulle, che era stato importato in Francia dalle Creole della Martinica. Realizzato in tessuti molto leggeri, come la mussolina di cotone, aveva come unico ornamento un'ampia fascia di tessuto che fungeva da cintura, formando un grande fiocco sulla parte posteriore dell'abito. Lo scalpore destato da un ritratto di Elisabeth Vigée rappresentante la regina vestita en Gaulle apparso nel 1783 al Salon di Parigi fu tale da dover rimuovere il ritratto: lo scandalo di vedere la sovrana vestita come una cameriera era troppo anche per i francesi, da sempre aperti alle nuove mode.

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